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in modo da rispondere al nuovo bisogno del popolo che pur si vuol istruire ricreandosi.

Ma se seguendo l’eccellente consiglio del signor Sacchi s’iniziano le Biblioteche con quei pochi libri veramente popolari che si hanno, non vuolsi però lasciare in disparte l’altro ufficio di chiamare la scienza e le lettere in aiuto della grande impresa di promuovere la cultura popolare. Io reputo questo uno dei maggiori bisogni del tempo nostro, quello di volgere la letteratura a giovare alla civiltà nazionale. Per questo farà d’uopo che si studino i bisogni del popolo, i costumi di esso, la lingua, affinchè la materia dei libri e la forma loro risponda precisamente allo scopo a cui miriamo.

La benemerita Società di Milano volga la sua attenzione anche a questo; studii la questione, e vegga modo di rendere ancora questo importante servigio al paese. Noi infanto offriremo qui la storia di ciò che si fece negli esteri paesi.

Nell’1848 si fondò a Vienna una Società collo scopo di diffondere i buoni libri su tutta la superficie della monarchia austriaca, e di fondare dei circoli di lettura i quali potessero rendere gli stessi servizi che deve la Germania da lungo tempo ai circoli di canto. In Prussia, in Sassonia, nell’Annover, nel Wurtemberg si fece altrettanto. In Inghilterra, nel 1855, fu fatto un atto del Parlamento per favorire lo stabilimento delle Biblioteche e musei liberi nelle varie città del regno unito. In Francia, nel 1861, la Società degli amici dell’istruzione fondarono a Parigi una Biblioteca popolare. Il Ministro divulgò un catalogo concepito con viste assai larghe, e senza essere obbligatorio serve come di preavviso per la scelta de’ libri.

Nell’Alsazia, da anni, alcuni padroni di manifatture avevano messo a disposizione dei loro operai collezioni