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V.

Cenni intorno al modo con cui nacquero le Biblioteche.

A Milano si è formata una Società nell’intento principale di promuovere le Biblioteche popolari da per tutto; a questa pigliarono parte gli uomini più benefici e più illuminati di quella illustre città. li signor Giuseppe Sacchi, che si trova sempre, come già dicemmo, colà dove si tratta la causa del popolo e che ha consacrata tutta la sua vita ed i suoi profondi studi economici alla pubblica beneficenza, in una tornata di quella Società metteva avanti l’obbiezione che suolsi fare a chi promuove le Biblioteche per il popolo, che cioè in Italia non è ancor nata una vera letteratura popolare. Egli confessa che nel nostro paese non si è fatto ancora gran cosa nel concetto di spezzare al popolo il pane della scienza; ma, dice egli, non vi si poteva pensare allorquando il popolo era sottoposto a pessimi reggimenti, e la libertà del pensiero non aveva modo di svolgersi. Non crede tuttavia che il paese manchi affatto di libri abbastanza popolari. Se la nostra Italia non possedesse altro che il libro dei Promessi sposi, di Alessandro Manzoni, avrebbe già il miglior modello dell’opera più accessibile ad ogni ordine di persone. Ma oltre quest’opera vi hanno già buoni lavori originali e tradotti da poter inaugurare sin d’ora le prime Biblioteche popolari