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quella di stabilire il principio di classificazione da cui partire; per ora deve giovare assai più di ricercare nelle immense nostre Biblioteche, e sceverare dagli innumeri libri que’ pochi i quali per la materia e pel dettato, per l’edizione e per il prezzo possano dirsi veramente popolari. Quindi in sulle prime gioverà meglio un elenco che un catalogo; nè si tema che la lista abbia ad essere troppo lunga.

L’egregio prof. G. Somasca, trattando questa medesima questione nel giornale Patria e Famiglia, dissente un po’ da quanto qui si raccomanda: «Per cominciare una Biblioteca e’ ci vuole così poca cosa che ogni più meschino centro che abbia pure una scoluccia, non fosse altro per pudore, quattro librattoli vorrà comprarli. Non è picciolo vantaggio, si creda, il cominciare dal poco: anzitutto è più facile che i libri siano buoni, in secondo luogo che siano letti, in terzo luogo la difficoltà della spesa svanisce, in quarto luogo si lascia posto pei libri perfetti di là da venire, e finalmente si riesce ad aprire la finca libreria scolastica nel preventivo dei comuni, la quale alimentata sufficientemente con poche lire all’anno riuscirà tra breve ad una bella Biblioteca. E dico bella, perchè non è difficile, ripeto, a scegliere la prima dozzina di volumi, ed è ancora più facile trovare i seguenti mano mano che si vanno pubblicando e che sono indicati dalia pubblica opinione.» Coteste sono le ragioni per cui il signor Somasca vorrebbe si facesse presto, ed io invece penso che guai se questa istituzione non si impianta proprio bene, ci vorrà poi una doppia fatica a riavvivarla. Guai poi se la prima scelta de’ libri non fosse immune da censura; sarebbe motivo di screzio nelle opinioni e darebbe agevolmente origine ai partiti. Le Biblioteche possono aggiungere uno scopo eminentemente nazionale