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e così ben lo misuri, per darne giusta porzione a tutto, senza eccedere, e senza mancare. Voi attentissimo alla vostra cospicua Cancellaria del Consiglio de’ XII Cavalieri di Santo Stefano; Voi indefesso nel vostro studio, accuratissimo nel dilettevole esercizio delle adunanze d’Arcadia; pronto ad ogni richiesta di poetiche composizioni; piissimo frequentatore delle sagre Funzioni, delle società Cristiane; amante dell’onesta conversazione, vivace, lepido, e nella età vostra invidiabile alla gioventù, sapete unir così bene la Religione, e l’Uomo, che nulla vi manca per essere un modello di perfezione.

Dio volesse, che con un tal modello dinanzi agli occhi io avessi continuato a batter quella strada, per cui mi aveva la tenerezza vostra, e la vostra saviezza incamminato! Questi sei anni, che ho malmenati pel Teatro, felice me s’io gli avessi nella Civile, e nella Criminale Avvocatura impiegato! Qual Demonio, peggiore assaissimo del Meridiano, mi ha strascinato a cotal penoso esercizio! Oh, almeno le prime Commedie mie fossero cotanto sciocche riuscite, che passata me ne fosse la voglia, e la vanità dell’applauso giunta non fosse ad inebriarmi a segno, di preferirla all’utile, al comodo, alla tranquillità.

Ecco il bellissimo frutto delle mie penose fatiche. Leggete, Signor mio umanissimo, i miei Manifesti, le mie Lettere, le mie Prefazioni, e raccoglierete da tutto ciò una piccola parte de’ miei travagli. Che peggio poteva io aspettarmi, se in luogo di procurar la riforma de i Teatri, avessi la corruzione loro prodotta? Ma peggio di tutto quel che apparisce, peggio assai si minaccia ad un uomo, innamorato della propria Nazione, che si è creduto in debito di sagrificarsi per l’onor suo. Vi sono delle anime scellerate, che non avendo talento, per deprimere, qualunque sieno, le Opere mie, cercano disonorar il mio nome, e mettere la persona mia in ridicolo con imposture, menzogne, romanzi, favole ed altre simili invenzioni d’ingegno, degne del loro animo, del loro spirito e del perverso loro costume.

Se per salvezza dell’onor mio sarò forzato a smentire i calunniatori col render conto della mia condotta, chiamerò in testimonio gli amici miei, quelli che fuori della Patria mia conosciuto mi avranno, e Voi, rispettabile, per la nascita, pel carattere, per la ingenuità conosciuta, Voi chiamerò per autenticare la mia onestà in quel triennio, che sotto gli occhi vostri costì ho vissuto.

Tomo V.          M          L'al-