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intendere soltanto i fratti del suolo; ma sì anche gli animali, le pelli, le lane ed altre cose consimili. — Posidonio poi dice aver la Sicilia quasi due rocche sul mure, Siracusa ed Erice e che in mezzo ad entrambe Ernia signoreggia sui campi circonvicini.

Anche tutto il paese dei Leontini, discendenti essi pure dai Nassii della Sicilia, fu danneggiato: perocchè ebbero sempre a comune coi Siracusani le sventure, ma la buona fortuna non sempre.

Vicino a Centoripa è la piccola cittadella della Etna menzionata poc’anzi, per la quale passano coloro che vogliono ascendere sul monte di cotal nome, perocchè quivi è il principio dell’erta. Le parti superiori sono ignude e coperte di cenere, e pere di neve nel verno; quelle al di sotto sono coperte di querce e di piante d’ogni maniera. Pare poi che la sommità del monte riceva molte mutazioni secondochè la governa il fuoco, il quale talvolta si concentra in un solo cratere, tal’altra invece si divide in parecchi; ed ora manda fuori rivoli di lava, ora fiamme e fumi, e quando eziandio lancia in alto dei massi ardenti. Ed è di necessità che a tali mutazioni ne rispondano altre anche de’ luoghi sotterra, e che si aprano talvolta parecchie bocche nella superficie all'intorno. Alcuni pertanto che vi sono ascesi di fresco ci raccontarono di avervi trovato uno spazio tutto piano di circa venti stadii di circonferenza, chiuso intorno da un cerchio di cenere che si elevava quanto un picciolo muro cui do va saltare chiunque voleva discendere nella pianura predetta. Dicevano inoltre d’aver veduto nel mezzo un