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voloso e di storico intorno a Circe e a Medea, intorno alle venefiche loro arti ed alla conformità di tutti i loro costumi; il poeta v’aggiunse del proprio l’invenzione della parentela fra queste due donne disgiunte da tanta lontananza di luoghi (dacchè l’una stava nell’ultimo seno del Ponto e l’altra in Italia), e le collocò tutte e due nell’oceano esteriore. E forse Giasone si spinse ne’ suoi viaggi fino all’Italia; e si mostrano alcuni monumenti presso i monti Cerauni1, lungo il mare Adriatico, nel golfo Posidoniate, e nelle isole adiacenti alla Tirrenia2, che attestano il passaggio degli Argonauti. Anche le isole Cianee3, dette da alcuni Scogli Simplegadi, le quali fan malagevole il navigare per lo stretto di Bizanzio, suggerirono anch’esse qualche cosa al nostro poeta; perocchè sussistendo realmente una città di Ea, e le Simplegadi, e Cariddi e Scilla, diventarono verisimili tutte le favole intorno all’isola di Ea, agli sco-

  1. Oggidì monti di Chimera nell’Albania. – Il golfo Posidoniate è a noi il golfo di Salerno.
  2. Così i Greci chiamarono il paese detto poi Tuscia dai Latini, e da noi Toscana.
  3. Le Cianee sono piccole isolette, o piuttosto scogli, nel mar Nero sull’ingresso al Bosforo di Tracia od allo stretto di Bizanzio, detto al presente di Costantinopoli. Le sinuosità della navigazione in quello stretto fanno sì che le dette isole, vedute da varii punti, qualche volta paiano vicine, qualche volta lontane fra loro; e di qui è nata la credenza, o meglio la finzione, ch’esse fossero mibili e si urtassero l’una contro l’altra in modo da schiacciare le navi che ne tentassero il passaggio. Di qui poi il nome di simplegadi ossia urtantisi fra loro. (G.)