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mai que’ primi non avranno pensato a dividere tutta la terra abitata? O come mai è da credere che chi distinse tre parti e diede a ciascuna di esse il nome di continente, non avesse l’animo al tutto, di cui veniva facendo la divisione? E s’egli pensò a tutta la terra abitata, ma volle poi dividerne soltanto una parte, io domando a qual parte della terra abitata appartenevano l’Asia, l’Europa e ciò insomma ch’egli chiamò continente? È dunque stolto il ragionamento di Eratostene1.

Egli è poi ancora più stolto allorchè, dopo aver detto di non vedere a quale pratica utilità possa servire il cercare diligentemente i confini, cita Colitto e Melite, poi fa passaggio a cose affatto contrarie. Perocchè se le guerre di Tirea e di Orope nacquero per la ignoranza dei confini, dee tornar utile il determinare i limiti dei paesi; se pure Eratostene non volle dire che sia utile il distinguere i confini dei singoli paesi e delle nazioni in quelli comprese, ma che dove si tratti dei continenti sia cosa superflua. Tuttavolta non è senza importanza nemmanco il distinguere i confini dei continenti; perocchè anche di questi potrebbe nascere controversia fra due principi grandi, l’uno dei quali possedesse l’Asia, e l’altro la Libia, e cercassero a quale appartenesse l’Egitto, cioè quel paese che si chiama Egitto inferiore2.

  1. Il Casaubono ed il Gosselin osservano che il ragionamento di Eratostene è molto migliore di quello di Strabone, il quale suppone che i Greci nei loro tempi eroici avessero quelle cognizioni che furono acquistate soltanto molto più tardi.
  2. L’Autore cita questo esempio, perchè nell’opinione di co-