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si cambia la corrente in quella guisa che l’oceano due volte ogni giorno cresce e decresce. Al flusso poi dell’oceano corrisponde nel mar Tirreno quella corrente che appellasi discendente, e che si porta in quel di Sicilia come se venisse da un luogo più elevato; perocchè questa corrente comincia e finisce a un medesimo tempo col flusso del mare; cioè comincia verso il sorgere della luna o verso il suo tramonto, e finisce quand’essa tocca al meridiano superiore od inferiore alla terra. E così il muoversi opposto delle acque di quello stretto, cui chiamano risalente, corrisponde al riflusso; ed al pari di questo comincia quando la luna tocca all’uno od all’altro dei meridiani già detti, e finisce quand’essa o leva o tramonta.

Ma intorno al flusso e riflusso hanno parlato abbastanza Posidonio e Atenodoro; e in quanto a quello degli stretti, il quale procede anch’esso da una cagione tutta fisica, basterà al nostro intendimento il dire, che questi stretti non hanno tutti le loro correnti di un modo; perocchè altrimenti quel di Sicilia non cangerebbe direzione due volte ogni giorno, come dice Eratostene stesso, e sette volte quello di Calcide, e nè pur una quel di Bizanzio, il quale si muove sempre dal Ponto Eussino verso la Propontide; e se crediamo ad Ipparco rimane qualche volta sospeso1. Oltre di ciò

  1. Queste sospensioni del corso dell’Eussino nella Propontide possono essere procedute talvolta da grandi siccità, le quali abbiano diminuita la massa delle acque che il Danubio, il Dnieper, il Don e gli altri fiumi vi portano. Oltrechè i freddi eccessivi e di lunga durata poterono qualche volta arrestare il corso di questi fiumi. (G.)