Pagina:Della educazione letteraria della donna.djvu/31


(27)

Ma torciamo, se si può, lo sguardo dagli errori del passato e dalle funeste imagini del presente, e guardiamo invece nell’avvenire: e l’avvenire chi ’l sa? è vero! questo tuttavia sappiamo che l’avvenire sta in noi: anche le illusioni sono funeste, ed io ’l concedo; ma ove queste illusioni comincino a diventare speranze, allora debbon esser care al cuor nostro. Intanto in questo luogo, ove noi siamo ora adunati, tutto ci parla di giorni migliori che verranno, e queste fanciulle, che portano con sè l’avvenire, c’invitano a sperare: e noi non saremo certo così scortesi da rifiutare l’augurio di questi cuori!

Le mie parole sono state infin qui alquanto aspre forse, ma vere; perchè ho detto cose che tutti sanno, nè ho fatto che raccorre in uno i desideri che ogni dì s’odono per le bocche dei buoni, e che tutti si stringono in questo motto — Bisogna educare. — Non basta il poter dire che in Italia non sono poi tutte le famiglie in cui i figli non sieno educati al bene; è maggiormente necessario che non si dica più che ve ne ha molte in cui sono educati al male: e nemmeno giova il contrapporre che anche senza questa novità di letteraria educazione femminile noi tuttavia siamo venuti infin qui; come ci siamo venuti ognuno sel vede: e il desiderio onesto e sincero del meglio non dee recar nessuna offesa a quelle madri