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de’ mali non è potenza. Dalle quali tutte cose appare senza alcun dubbio che quella dei buoni è veramente potenza, e quella de’ rei debolezza e infermità, e che vera è quella sentenza di Platone, solo i savii poter fare quello che desiderano; i malvagi operar bene quello che lor piace, ma non mai compiere quello che desiderano; perciocchè essi fanno ogni cosa, mentre che pensano di potere per lo mezzo di quelle cose, delle quali si dilettano, acquistare quel bene che desiderano; ma non l’acquistano, perchè alla beatitudine le scelerate opere e vergognose non vengono.


LE SECONDE RIME.

S’a quei che ne’ dorati
     Scanni, sopra alte e prezïose sedi,
     Di bisso regi e di porpora ornati,
     Splender superbi vedi,
     5Cinti intorno e guardati
     Da mille lance fieramente e spiedi,
     Crucciosi in vista e pien di rabbia il core,
     Tolga alcun quel che fore
     Gli cuopre, vedrà dentro in quanti modi
     10Legati sono e con che stretti nodi.
Chè quinci ingorda e dira
     Cura di rei velen lor mente invoglia;
     Quindi la sferza e la commuove l’ira,
     Qual mar cui vento estoglia:
     15Ora piagne e sospira,
     Per isfogar l’interna acerba doglia;
     Or la tormenta speme aggiunta al duolo.
     Dunque, s’un capo solo
     Tanti tiranni ha dentro, mai non face
     20Da quegli oppresso quel che far gli piace.