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82 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

più facile l'assimilazione; che l'uomo non amando servire alla gloria dell'uomo, quest'ufficio fu dalla provvida natura affidato alla donna»1; — «che le donne possono essere autrici nella misura della loro intelligenza, e far opera utile a questa condizione»2; — «che se l'uomo ha la forza, la costanza però gli viene principalmente dalla donna, la quale può dargli esempio del più puro eroismo»3; — «che la donna colla sua tolleranza, colla sua sensibilità, delicatezza e tenerezza, coll'amore toglie alla giustizia ogni asprezza, e di una divinità terribile ne fa una misericordiosa»4; — «che la donna è pudica, e con questa prerogativa, di tutte la più preziosa, trionfa dell'incontinenza maritale»5; — bensì conchiude col dire «che tutte le pregevoli qualità da lui riconosciute nella donna, non la possono però dispensare dalla subordinazione all'uomo»6.

Questo vero e proprio sistema di contraddizioni è stato continuato e riprodotto dal Proudhon nell'operetta della Pornocrazia, pubblicata dopo la sua morte7. In essa pure egli afferma8 che «la donna più virtuosa, la più cara, ha sempre in se qualcosa della bestia feroce; ch'essa è un animale addomesticato, il quale di quando in quando ritorna ai suoi istinti»; — che «fra dodici donne letterate, artiste, dotte, e filosofesse, ve ne ha per lo meno dieci di condotta leggiera»9; — che una donna è abbastanza addottrinata, quando sappia rattoppare una camicia e preparare l'arrosto»10; — «che la donna deve avere una confidenza illimitata nel marito, ma non questi in quella»11; — «che la moglie non dovrebbe poter mai domandare il divorzio per titolo di incom-

  1. Ib., p. 441, 442.
  2. Ib., p. 405.
  3. Ib., p. 443.
  4. Ib.
  5. Ib., p. 444.
  6. Ib.
  7. La Pornocratie, ou les Femmes dans les temps modernes, Paris, libraire internationale, 1875.
  8. Ib., p. 262.
  9. Ib., p. 225.
  10. Ib.
  11. Ib., p. 193.