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80 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

direzione politica, dottrinale, industriale1. «La coscienza della donna è più debole, di tutta la differenza che separa la sua mente dalla nostra; la sua moralità è d'altra natura; ciò che essa concepisce come bene o male, non è precisamente lo stesso che l'uomo intende come tali, di guisa che in confronto a noi, la donna può essere qualificata un essere immorale»2. «La donna è aristocratica, ama i privilegi, le distinzioni, e in tutte le rivoluzioni che hanno per oggetto la libertà e l'uguaglianza, le donne resistono assai più degli uomini»3. «Senso giuridico le donne non hanno, e la loro responsabilità davanti alla legge non dovrebbe cominciare prima dei quarantacinque anni»4. «La donna è impudica, e dall'uomo solo riceve il pudore, che è un prodotto della dignità virile, un corollario della giustizia»5. «Un bellimbusto, un disonesto, ottiene dalla donna ciò che vuole; essa non ha che disprezzo per l'uomo capace di sacrificare il suo amore alla sua coscienza»6. «-Tutta la filosofìa, la religione, la politica, l'economia, l'industria delle donne si riassume in una parola: amore:»7. «E come mai di un essere dedito esclusivamente all'amore si potrà fare un ingegnere, un capitano, un negoziante, un finanziere, un economista, un amministratore, un dotto, un artista, un professore, un filosofo, un legislatore, un giudice, un oratore, un generale, un capo di Stato?»8.

Di fronte a simili proposizioni, si può affermare che il Proudhon non ha lasciato più nulla da dire ai nemici del sesso femminile, e della sua uguaglianza morale e civile al sesso maschile.

Non è quella però tutta la dottrina di Proudhon intorno alle

  1. Ib., p. 243.
  2. Ib., p. 364.
  3. Ib., p. 366.
  4. Ib., p. 372.
  5. Ib., p. 371.
  6. Ib., p. 366.
  7. Ib., p. 373.
  8. Ib., p. 374.