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72 l’olimpia


Protodidascalo. A questi colpi non ci è clipeo che li facci obstaculo, perché ubicumque ti volgi trovi nuove erumne da superare.

Lampridio. Tante piú ne soffriremo. Che difficultá può patire chi non estima la vita? Ma di grazia, facciam collegio della mia vita e cerchiamo qualche rimedio; ...

Protodidascalo. Etiam atque etiam cogitandum.

Lampridio. ... ché ben conosco che sono alle mani d’un medico che volendo saprá rimediare al mio male.

Protodidascalo. Poiché m’hai eletto per medico al tuo male benemerito, eccoti un opportuno e proficuo rimedio: fuggi di questa cittade.

Lampridio. Oimè, tu m’hai ferito, son morto!

Protodidascalo. Perché dici cosí?

Lampridio. Perché parli coltelli e pugnali e spade che m’han peggio che morto.

Protodidascalo. Questo è un buon rimedio.

Lampridio. È cattivo rimedio per me.

Protodidascalo. T’apporta salute.

Lampridio. Odio salute che viene con tanto dolore. Se stessi un’ora senza veder Olimpia non potrei vivere.

Protodidascalo. È cosí gran paradosso questo! L’egroto che non vuol obtemperare al medico, come dice il princeps medicorum Hippocrates, o perirá o patirá una egritudine diuturna.

Lampridio. Tu sei medico troppo crudele.

Protodidascalo. Il medico pio fa marcir lo apostèma e trucida l’egro. Per uscir dal termine dove sei bisogna suffrir alcuna cosa contro l’animo tuo. Fa’ conto che questo star orbato di lei sia uno di quelli alexifarmaci, alexeteri che purgano i mali umori.

Lampridio. Fuggir io, star senza vederla io? piuttosto potrei vivere senza la vita. Taci, ché questa tua medicina será piú atta ad uccidermi che la malattia.

Protodidascalo. Se perseveri in questa ostinazione adamantinale, serai in discrimine di essere obtruso in carcere e d’esserti obtruncato il capite, e perderai Olimpia e la vita.