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atto secondo | 37 |
Erotico. O maladetta sia Sulpizia! ...
Balia. (Tu solo, e chi generotti!).
Erotico. ... che fosse morta...
Balia. (Tu ucciso, e morto!).
Erotico. ... e squartata!
Balia. (E tu fatto in mille pezzi!).
Pardo. Or che me ne sono assicurato, datemi la mano in segno del matrimonio.
Erotico. Ecco, volentieri ve la porgo.
Pardo. Ed io la stringo e bacio, in segno di parentela. Non manca altro che al tardo vengati col prete, e la sposiate. Mangiaremo cosí alla domestica, e non facciamo come certi ignoranti, che nel banchetto spendono la metá della dote.
Erotico. Maggior grazia riceverei, s’andassimo a sposarla ora.
Pardo. Andiamo fra tanto al sarto per le vesti.
Erotico. Andiamo dove comandate.
SCENA V.
Balia sola.
Balia. O mondo immondo, o mondo tutto pieno di fallacie e d’inganni, or chi può vivere in te, che sia sicuro dalle tue insidie? O etá maladetta, o crudeltá, o barbarie, che a pena può adeguarsi col pensiero! O Erotico infidele e disleale! O Sulpizia troppo sincera e amorevole, per non dir troppo semplice e troppo sciocca! Dove è la fede che con tanti giuramenti fu data, e che tu osservata l’hai con tanta costanza dell’amor tuo? Taccino, come indegni di conversar fra gli uomini, coloro che incolpano le donne di volubilitá e d’inconstanza. Ite voi, donne, fidatevi de’ giovani del tempo d’oggi, e massime di costoro di prima barba, larghi di promesse e ricchi di giuramenti, che in un punto amano e disamano, come li va il cervello: sono come i sparvieri, avidi sempre di nuove prede, che, se bene han un uccello preso nell’unghie, se ne veggono un altro,