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LIBRO PRIMO. 15

curezza del suo reggimento, poiché surrogato Filippo al defunto, la benivolenza dall’esercito portatagli a poco a poco scomparve; essendosi egli nativo dell’Arabia, iniquissima gente, nell’ascendere con pari malvagità a più grande fortuna lasciato sovvertire, appena ricevuta la magistratura, dalla cupidigia dell’impero, iva istigando con blandimenti ciaschedun milite ad imprendere novitadi. Vedendo inoltre mettere alla vela navi cariche di vittuaglia per le truppe, dimorando tuttavia l’imperatore alla testa loro presso i Carri e Nisibi, comandò che il marittimo convoglio trasferito fosse nell’interno, onde que’ soldanieri travagliati dalla fame e dalla penuria de’ bisogni della vita spinti venissero a garbugli.

Il divisamento non diede in fallo. Le truppe dalla mancanza del fodero pigliata occasione assalgono, dimentiche affatto del proprio onore. Gordiano come per sua colpa elleno perissero di fame, e datagli morte vestono Filippo, giusta il convenuto, di porpora. Questi mediante giuri amicatosi con Sapore e sopita la guerra, viaggia a Roma, aescando gli animi de’ militi con generose largizioni, e spedisce messi alla città onde annunziassero la morte di Gordiano per malattia. Giuntovi di poi egli e con modesta allocuzione guadagnati gli animi de’ personaggi conscritti nell’ordine senatorio, stabilì conferire le più insigni magistrature a’ suoi maggiori benevolenti. Elesse pertanto il germano Prisco alla capitananza degli eserciti nella Siria, e prepose il genero Severiano alle coorti della Misia e della Macedonia.

Ritenendosi di tal modo fermamente stabilito in