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196 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

ale e dei comandanti le turme che lasciollo del doppio maggiore di quanto fosse per lo addietro, ed intrattanto i militi nulla prendeano delle somministrazioni fatte loro dal fisco. L’enorme avarizia dunque e la negligenza dell’imperatore a tale ridusse le cose. Egli a simile fu il primo a scialacquare copiosissimo danaro per la imperiale mensa, istituiti avendo a cagione della quantità de’ ciòi e della squisitezza nell’apprestarli numerosissimi cuochi e mescitori, che se ci accingessimo ad enumerarli dovremmo por mano a ben lunga narrazione. A che pro inoltre estendere i nostri detti nell’annoverare la immensa caterva degli eunuchi a servigio di lui, molti de’ quali, i più avvenenti soprattutto della persona, destinati erano ad introdurre i meritevoli del buon voler loro, padroneggiando eglino tutto l’impero, ed aventi il potere di volgere a norma dei proprj desiderj l’animo del monarca? Su di essi, ripeto, a che pro intrattenerci più a lungo per dimostrare derivata da sì cattivo reggimento la pubblica rovina? Mentre poi così alla spensierata consumava le sustanze del fisco a beneficio degli immeritevoli era in continuo bisogno di molto danaro, ed a provvederlo esponeva in vendita le prefetture delle provincie a chiunque presentavasi, non curando punto di esaminare la riputazione e la costumatezza de’ candidati, ma giudicandone acconcio chiunque offeriva maggior somma d’oro o di argento; il perchè vedevansi banchieri, cambiatori ed altri esercenti vilissime professioni passeggiare nel foro adorni delle insegne dei magistrati, e le provincie governate dai più danarosi.