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90 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

luogo le truppe a comandanti non solo i centurioni ed i tribuni, ma pur anche i duci (tale nomavinsi coloro destinati ovunque a far le veci de’ pretori), ora istituiti i maestri de’ militi ed a chi di essi fidata la presidenza de’ cavalieri, a chi de’ fanti colla facoltà di ammaestrarli e punire, anche da questo lato minorò d’assai tali magistrature. Quanto poi fosse il danno recato dalle antedette novità, in tempo così di pace come di guerra, incontanente dalla mia narrazione addiverrà palese. Allorchè i prefetti del pretorio col mezzo dei loro subalterni riscuotevano da per tutto i tributi e pagavano con essi le truppe aveaole sommesse alle punigioni, comunque giudicato le avessero espedienti, di cui eransi fatte meritevoli; poichè giustamente riconoscendo in colui dal quale riceveano vitto e soldo il diritto di reprimerli, guardavansi assai bene dalle azioni contrarie alla militare disciplina per timore non venisse loro tolto il cibo o dato altro gastigo. Differenti ora essendo il pagatore ed il soprantendente alla osservanza delle militari leggi, tutti la fanno da padroni; nè tacerò che la maggior parte dell’annona va a riempire le scarselle del comandante e de’ suoi ministri.

Egli permise inoltre ai barbari di calcare il suolo della Romana signoria. Imperciocchè sotto Diocleziano state essendone prudentemente le frontiere ovunque afforzate, come narravamo, di città, castella e borgate, ed avendovi in ciascheduna di esse guernigione, i barbari non poteano mettervi piede accorrendo le truppe da ogni parte a respignerli. Ora toltivi que’ presidj per trasferirne il più in cittadi affatto libere da ogni timore, e por-