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88 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

dato fra questo mezzo ogni bellico pensiero, i Taifali, scitica nazione, con cinquecento assalito avendo le imperiali frontiere egli non ischierò lor contro milizia veruna, ma perduta eziandio la maggior parte dell’esercito, ed osservando i nemici spintisi a guastare da per tutto insino al suo vallo, provvide sollecitamente colla fuga alla propria salvezza.

Messe da banda le cure guerresche e datosi a voluttuosa vita distribuì al popolo Bizantino la pubblica annona di conformità alla costumanza sin qui sempre in vigore, e consumando il pubblico danaro in disutili edificj eressene parecchi ben presto andati in malora, poiché, stati essendo frettolosamente condotti a termine vano era lo sperarne durata. Travolse di parità gli antichi uffizj de’ magistrati, ed eccone pruova: in prima due erano i prefetti del pretorio, eseguendone di concordia le funzioni, ed a! potere ed alla soprantendenza loro soggiaceano così i militi palatini, come queglino a guardia della città, e quanti aveano stanza in tutti li confini. Questa magistratura inoltre, tenuta la più autorevole dopo l’imperatore, distribuiva l’annona e con opportuni gastighi ammendava le trasgressioni della militare disciplina.

Or dunque Costantino, sovvertitore delle buone ordinanze1, diviso tale uffizio, uno essendo, in quattro

  1. Il nostro attribuisce a Costantino l’odiosaggine prodotta dalla decadenza a passo a passo del Romano impero. Con riguardo maggiore non di meno addossato arrebbegli tal colpa ripensando quanto sia l’uomo inchinevole, ottenuto