Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/82


Prima. 53

la fa inclinare verso terra: e nel fine perchè essendo fatto l’arresto da un piè dopo l’altro, viene anche terminata l’azione dal moto ondulante; e siccome senza intermittenza è ripresa, e continuata, così può dirsi, che dal momento istesso in cui è messa in moto la macchina, ella non ha più quiete, finchè non segua il totale arresto; che però viene di conseguenza, che non solo la debolezza della base, ma anche la continuazione del moto senza riposo, presta la mano a quella facilità e prontezza, che rende sciolta, libera, ed illimitata tale azione; e perchè tutti gli agenti in essa sono messi in opera a seconda dell’indole loro naturale, può essere eseguita da tutti i Cavalli; all’opposto lo stento, e la difficoltà dell’esecuzione della corvetta non solo ha origine dalla base più stabile, ma anche, dal maggior sollevamento della parte d’avanti, che porta seco ritardo, dalla sospensione, o sia punto che ella deve fare prima di ricever l’urto, che interrompe l’azione, e il portamento dei piedi del pari; e poichè un tal portamento de’ piedi è più artificiale che naturale, e rende l’azione più faticosa e limitata, e non eseguibile da tutte le costruzioni dei Cavalli; quindi è, che rari sieno quelli, che hanno la disposizione di corvettare, e a nessuno manca quella di galoppare.


Della