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garzone li leghi insieme i piedi d’avanti, e dipoi tirato per forza quanto più si può il piede di dietro, agguantato per la pastora con l’istessa corda, con la quale ha legato i piedi d’avanti, e fattoli incrociare questo sopra i medesimi lo fermi, e dipoi faccia il simile all’altro piede di dietro, come si fa ai capretti quando si vogliono trasportare in qualche luogo; ed allora senza perdimento di tempo deve esserli applicato il merco, ripulito che sia stato prima da una specie di schiuma, che suol fare il ferro nello stare nel fuoco, e perchè possa ripulirsi meglio suole ungersi spesso nel rimettersi al fuoco con della sciugna liquefatta, in specie quando sono molti, quelli che devono esser mercati.

Nel tempo che il Polledro è in terra così legato, mercato che sia, li si devono tagliare crini del collo e della coda, lasciando solo al fondo di questa una spazzola, perchè possa scacciarsi le mosche, ed i tafani dai quali non poco vien tormentato il bestiame tutto nell’estate.

Quattro sono i vantaggi che dal taglio dei crini, fatto in quest’età, si ricavano.

Primieramente, perchè nell’estate possano i sopraddetti vivere meno incomodati dal prudore in essi cagionato dalla forfora, che fra i crini si genera, poichè tagliati che questi siano, viene essa dalla guazza e dalle piogge in gran parte dilavata, e smaltita.


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