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qualità, accrescere, o minorare le prerogative e l’attività utile, o nociva; e però prima di stabilire il giudizio per assicurarsi di non pigliare sbaglio, convien ricorrere alla prova dell’esperienza che non può ingannare, come suol fare bene spesso l’oculare inspezione; si faccia far dunque la prova al medesimo bestiame, e s’osservi se egli la beve con piacere, o la rigetta; nel primo caso quando non sia forzato dalla sete per mancanza d’altr’acqua, è una riprova sopra ogni eccezione ch’ella è di sua convenienza; ed all’opposto è il rifiuto; e l’istessa prova può farsi anche sopra la pastura da chi non sia capace di formare da se un accertato giudizio, senza rischio d’ingannarsi per le ragioni addette di sopra.

Non può certamente trovarsi in Italia situazione più favorevole di quella che io ho avuto la sorte di scegliere per la razza di Toscana, di S. M. I. che però credo molto a proposito di farne qui la descrizione non solo in conferma di quanto ho detto, ma anche per mettere in vista tutte le circostanze che son necessarie sapersi da chi deve regolare una razza, tanto più che una tal cognizione faciliterà l’intendimento di quanto sono per dire in appresso, e denoterà il modo di far sì, che in tutte le stagioni il bestiame abbia pastura nuova, e di quella qualità che il medesimo richiede.


E si-