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Quarta. 293

lazione del medesimo è salubre, e non è pregiudiciale neppure nell’estate alla salute dei Custodi, che vi si mantengono sani; e tanto più sono restato convinto di questa verità nel vedere che il bestiame ricusa l’erba prodotta dal terreno grasso, quantunque per essere di foglia larga polputa e piena di sugo, apparisca all’occhio la migliore, non arrecandosi a mangiarla che sol quando è forzato dalla fame per non aver altro di che nutrirsi.

Certo è che gli animali sono dotati d’un istinto naturale, che fa loro conoscere ciò che lor giova, e ciò che lor nuoce; quindi è che nel pasturare scelgono sempre l’erba migliore preferendola alla inferiore, ed ho osservato che quella di cui più s’appetiscono, è la fine, che fa in terreno magro e sterile, e mai la polputa e sugosa che fa in terreno grasso, come ho detto di sopra. Onde chi non ha bastante cognizione per scegliere la qualità della pastura che conviene a una razza, può pigliar regola dal Cavallo medesimo con metterlo a pascere in un luogo, dove vi sia dell’una, e l’altra qualità d’erba, o col farlo passare da un luogo all’altro, e sarà sicuro di non sbagliare, se farà la scelta di quella che il Cavallo mangia con avidità la prima, la quale sarà certamente quella che nasce in terreno secco ed arido, di filo sottile e asciutto.


E sic-