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ridotto alla necessaria sottigliezza che richiedeva la capacità della mano di quel Cavaliere che doveva maneggiarla, senza intacco della figura piramidale di questo tratto, che pigliava regola dalla grossezza dell’estremità del calcio, e questa costituiva la prima ripresa.

Al termine della medesima aveva principio la seconda, assai più sottile, perchè regolata dalla proporzione che esigeva la punta che gli dava termine, la quale doveva essere di quella maggiore sottigliezza che comportava la necessaria consistenza, capace di resistere al colpo e durezza dell’armatura detta di sopra.

Sotto l’impugnatura vi era un cerchio di ferro di larghezza circa due dita, e di grossezza proporzionata a poter ricevere l’appoggio dell’arresta, in occasione di dover far resistenza con la lancia.

Arresta è quel ferro ch’era fermato in mezzo al fianco destro dell’armatura, sopra il quale il Cavaliere posava il calcio della lancia, quando si metteva in atto d’investire il nemico, ed è quello che dà adesso il nome di arresta alla situazione della lancia, quando si pone in atto di ferire, quantunque manchino i sopradetti due ferri; il primo perchè si fanno in oggi le corse senza armatura, ed il secondo perchè non si pone più nella lancia per renderla più leggiera, e perchè la medesima non è sottoposta a resistenza alcuna, non dovendo nell’anello che forare la


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