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192 Parte

to alla vita pure in linea retta nella sua scioltezza naturale, e lì tenuto senza forza nè intirizzimento alcuno, ed il restante del braccio deve formare con un’altra linea un poco laterale un angolo retto con il gomito, e la mano serrata senza forza, tanto che possa tenere le redini della briglia separate con il dito mignolo, o con l’anulare, come più li torna comodo, con le dita alquanto voltate verso il cielo, ed il pugno in fuora per correggere la linea laterale del braccio, senza forza, perchè il polso possa prestarsi e lasciare in libertà la mano di poter far le chiamate che occorrono con quella prontezza e facilità che fa d’uopo, senza che dia nell’occhio agli spettatori.

Siccome qualunque moto della vita, o altra parte della persona, o intirizzimento, per piccolo che sia, non può a meno d’obbligar la mano e toglierli quella libertà ch’è necessaria, e senza la quale non possono essere eseguite le chiamate con quella precisione che si è indicata di sopra, messo che siasi così il Cavaliere in sella non li resta altra libertà che di strigner le cosce a suo talento, perchè un tale strignimento non passa a fare impressione alcuna in altra parte che possa pregiudicare alla scioltezza della mano, ma questo pure deve esser fatto a tempo e luogo, perchè se tenesse sempre in forza le cosce, verrebbero a straccarli in forma che al bisogno si troverebbero deboli ed incapaci di far resistenza, al-


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