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Terza. 191

mette in grado di far quella presa che rende il Cavaliere forte a Cavallo, è quel punto di mezzo tra le due sopraddette, che fa formare alla medesima un angolo ottuso con la vita, e non impedisce, che il Cavaliere stia con comodo a sedere, e nell’istesso tempo toglie al moto l’attività di poter mettere in agitazione la vita e le gambe, come fa nella prima positura sopra descritta, e di poter sollevare dalla sella il sedere del Cavaliere come nella seconda.

Situata così la coscia e la gamba, che forma l’angolo ottuso sopraddetto, deve il piede posarsi sopra la staffa, di maniera che la punta di esso appena sopravanzi, voltata alquanto verso il Cavallo, ma non del tutto, perchè possa con maggior facilità e scioltezza dar la spronata senza perder tempo a voltarla; e quantunque la gamba deva stare stesa verso terra per tener la staffa, e dare esecuzione alla linea con la coscia, che forma l’angolo ottuso, il ginocchio dev’essere sciolto con quella proporzione che s’adatta a formare la linea sopraddetta, ed a lasciare in libertà la gamba di poter dar gli ajuti ed il castigo quando occorre, senza apportare il minimo disturbo alla coscia, nè al restante della persona del Cavaliere.

La vita con il sedere posato in sella deve formare una linea retta con sporgere il petto in avanti, e le spalle in dietro e la parte superiore del braccio con il gomito deve cadere uni-


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