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Seconda. 161

vetta, che così imparerà, e l’uno, e l’altra; se non ha abilità alla Corvetta, ma al salto, li si faccia eseguire dopo il passeggio quel salto a cui inclina, e se ha la disposizione all’una, e all’altro ancora, in un tempo dopo il passeggio li si faccia eseguire la Corvetta, e nell’altro il salto, come si fa nell’insegniarli la posata e lo sparo; se poi è mancante dell’abilità necessaria al passeggio, si prevalga del passo come prima, per farli interrompere quell’operazione che li conviene, che allora altro non mancherà al compimento dell’intento desiderato, sennonchè il farli fare l’istessa lezione con l’uomo sopra, fino a tanto che non si presta a mettere in esecuzione le sopraddette azioni, alla sola chiamata del Cavaliere che ha sopra.

Quando il Polledro non trova la via d’eseguir la Corvetta con le gambe d’avanti unite insieme del pari, come lo richiede la medesima, ma ne tiene una un poco più in avanti dell’altra, opportuno è di fargliela eseguire con le pastore, affinchè vengano da esse obbligate a correggersi del difetto, perchè così il Polledro li avvezzerà a farle giuste ed in regola, e più presto, se vi ha inclinazione.

A prima vista sembra, che non vi sia differenza alcuna nel far le posate in avanti, o nel farle indietro, quantunque sieno diverse le une dall’altre, e producano diverso effetto; poichè le prime non possono essere eseguite, se non


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