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Seconda. 149

losa a far cadere il Cavallo, e chi vi è sopra; perchè affidata è la macchina ad un appoggio debole, ed incapace di poter resistere alla gravezza ed impeto suo, in specie se l’azione è di moto vibrato.

Da una tal confusione, ed irregolarità d’azioni viene chiaramente messo in vista, che quando il Cavallo ha la testa e collo dritti la mano del Cavaliere non può porgere ajuto alcuno all’azione sua senza togliere alla potenza motrice la libertà d’agire a seconda che richiede il meccanismo, poichè ella non può essere in libertà, quando è obbligata d’obbedire alla cieca alla chiamata della mano.

Onde in tal caso è forza, che il Cavaliere si contenti solo d’indicare, e limitare col temperamento di mano alla medesima, l’azione che vuol che da essa sia eseguita, senza pigliar parte, nè mescolarsi nell’esecuzione sua.

Questo mette in chiaro qual sia il vantaggio che apporta la piega del collo, è della testa, stante il luogo che dà alla mano di poter servir di chiamata, e d’ajuto insieme; tanto più che nei Cavalli fatti, basta quella piccola piega, ch’è sufficente a fare che l’impulso della mano non faccia impressione, che nel collo, poichè allora gli altri agenti restano nella loro libertà, come si è veduto sopra, e possono agire di concerto, ciascuno a seconda del-


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