Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/176

148 Parte

di dietro, ed a piegar queste, perchè gli formino la base, quando l’elasticità loro sia suscettibile di piega e di mollegio, e se queste sono anche rozze e non dirotte, si trova in obbligo d’intirizzirle per metterle in forza, per poter far supplire questa al difetto della piega, e segue allora l’arresto.

Ma se prima che segua l’arresto, la mano abbandona la tenuta, indicando una tal nuova chiamata il progresso dell’azione del peso, la potenza motrice cambiando immediatamente l’impulso agli agenti, rimette il peso della macchina in azione progressiva.

E se in questo tempo torna a farsi risentire la tenuta della mano, ella nuovamente ricambia l’impulso agli agenti, a seconda che la chiamata è più, o meno forte.

Se questa poi non si fa risentire, che dopo che il peso ha dato il trabocco in avanti a solo oggetto di porgerli ajuto, con reggerlo su la mano, la potenza motrice allora per secondare la chiamata, com’è l’obbligo suo, non solo fa proseguire al peso l’azione, ma con dare maggiore impulso alla forza elastica della pastora del piè di dietro, obbliga il peso medesimo a pigliar sostegno anche sopra la mano che glie l’offerisce, come se fosse una terza base: onde allora l’azione non può a meno di essere abbandonata, pesante alla mano, di poca comparsa, ed ingrata alla vista, e anche perico-


losa