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Seconda. 145

Ciò è una prova indubitata, che non basta al compimento dell’intento ideatosi l’aver promossa l’elasticità, e scioglimento delle parti, come si è fatto nel precedente Capitolo, ma d’uopo è ancora, che questo scioglimento sia confermato, e fissato stabilmente in esse col continuato esercizio, che formi quell’abito, che dà compimento all’opera col renderglielo connaturale, come si è detto.

In tutte le professioni è regola generale che si cominci sempre dal più facile, perchè questo serva di scala per poter passare all’esecuzione del più arduo e difficile; ond’è che avendo fatto lavorare fin’ad ora il Polledro con la testa e collo piegato dalla parte di fuora per rendere ad esso più facile, e di meno suggezione l’eseguimento dell’azione, col farli ora replicare tutte quelle azioni che si sono indicate nel medesimo Capitolo, con la testa e collo piegato dalla parte di dentro, si ottiene un doppio intento, cioè: di continuare l’esercizio delle medesime per far l’acquisto dell’abito, e di obbligare insieme il Polledro a soffrire quella maggior suggezione per scala, (come insegna l’arte) che produce nei legamenti quell’impulso, che dà l’essere a quella maggiore elasticità, di cui la costruzione sua è suscettibile.

La piega della testa e collo dalla parte di dentro, obbliga la potenza motrice a fare agire la gamba d’avanti, che forma la colonna del


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