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Seconda. 139

guire la lezione anche col peso addosso, cominci a sentire la chiamata di sopra dell’Ajutante, presti ad esso la dovuta obbedienza, e questi abbia luogo di apprendere la maniera con la quale va messa in esecuzione, poichè allora potrà il Cavallerizzo levarli i venti lunghi, e lasciarglielo in libertà, seguitando però ad andar seco come prima, con due bacchettoni in mano, perchè possa prestarli ajuto in caso di bisogno, e perchè la sua presenza lo tenga in suggezione; seguiti poi così fin tanto che non conosce, che sia diventata inutile l’opera sua.

Quando il Polledro si presta ad eseguire la solita lezione alla chiamata dell’ajutante che ha sopra, senza bisogno d’altro ajuto, deve mandarsi in campagna, per fermarlo nel passo, trotto, galoppo, e scappata, che sono le operazioni, che richiede il Cavallo da campagna e da guerra, e può farsi lavorare la mattina nella cavallerizza, ed il giorno in campagna come più piace; a proporzione, che divengono inutili, e la camarra, ed i ventini della seghetta, devono essere e l’una e gli altri abbandonati, perchè possa il Polledro assuefarsi a lavorare in briglia sola, e non sarà mal fatto il farli la mattina la scuola con essi, ed il giorno, o dopo la scuola, condurlo in campagna in briglia sola con tutte due le redini nella mano sinistra, perchè possasi con la destra maneggiare la spada e la pistola; deve fi-


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