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una terribile notte 119


terra l’alveare e passandosi una mano sulla piccola ferita — si fanno rispettare codeste api.

— Oh, oh! — fece Badore che nervoso e irritato com’era non sapeva con chi pigliarsela. — Simone non teme né i vivi né i morti e teme le api!

— Hai voglia di scherzare, stasera, Badore. Ebbene, fammi il piacere di pigliar tu, un momento sulle spalle l’alveare...

Badore lo prese: seguitarono a camminare. Ardo punse nuovamente, ma Badore non si diede per inteso, punse più forte e provocò un brivido per le spalle ampie del bandito, punse più forte ancora, e Badore finì con lasciarsi scappare l’alveare gridando:

— Per tutti i diavoli! Simone, ti do ragione.

— Vogliamo abbandonare l’alveare?

Provò a pigliarlo Gianmaria, ridendosi dei suoi compagni, e soffrì a lungo le punture di Ardo— ape, ma alla fine anche lui gettò giù l’alveare e proseguì coi compagni la via.

Quando sparvero di nuovo Ardo uscì, pesto, malconcio dalla sua stanza di sughero, pensando:

— Se mi trovano qui possono accusarmi di aver rubato l’alveare e possono benissimo imprigionarmi... Ma grazie, grazie tante. Non ci mancherebbe altro!

La pioggia era nuovamente cessata. Grandi