Pagina:Deledda - Nell'azzurro, Milano, Trevisini, 1929.djvu/106

102 nell'azzurro


rassi? Forse non avendo più con me quel maledetto formaggio, vi sarò ospitato... lealmente!

Si fece animo, salì a stento, ansante, bagnato sino alle ossa, stremato di forze, la piccola, ma dirupata china, e batté alla prima porta che trovò, accanto alla chiesa.

Venne ad aprire una donna: Ardo non ne fu contento, perché ormai aveva poca fiducia nelle donne: pure, vedendola giovine, grassa, rossa, con due occhioni che pareva leggessero in fondo all’anima, le espose le sue sventure.

— Don Marco, — ella disse con voce grossa, rivolgendosi all’interno — v’è qui un monello che chiede l’elemosina... Ma che brutto vizio battere alle porte altrui alle nove ore! Mi sento tentata di dargli una... pedata...

Ardo diventò rosso d’ira, d’umiliazione, e se ne sarebbe andato per dimostrare a "quell’altra strega" che lui non voleva punto l’elemosina, se una voce dolce, tremula, non avesse detto:

— Sei di malumore stanotte, Andriana! Sarà qualche povero bimbo smarrito. Fallo entrare subito!

La porta si aprì del tutto e Ardo entrò, levandosi il berretto bagnato. Anche questa era una cucina, ma una cucina così deliziosa, piccola, pulita, con le pareti bianche coperte di casseruole di rame