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vestito da pastore, un eremita mansueto dai grandi occhi castanei ancora innocenti.

— Ebbene, preghi? — disse passandole davanti. — Su, sta allegra che stanotte facciamo vigilia. Vengono su.

— Chi, chi? — ella disse scuotendosi.

— Sebastiano con un altro; adesso accendo il fuoco. Se Sebastiano ti domanda quanto ti hanno offerto per il sughero, — aggiunse tornando indietro, — digli mille scudi. Zitta! Obbedisci a chi ti vuol bene.

Marianna era pronta a obbedire anche a questa innocente vanità di lui, che aumentava del doppio la sua rendita; tanto più che il parente Sebastiano veniva per conto di certi negozianti ozieresi che volevano acquistare il sughero del suo bosco di soveri: e senza alzarsi aguzzava lo sguardo, pensando a questo suo cugino in secondo grado, nè giovane nè vecchio, nè ricco nè povero, vedovo e solo, che fra tanti parenti bisognosi che le serbavano rancore per l’eredità dello zio, era l’unico a dimostrarle un po’ di attaccamento disinteressato.