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— Sì, sì, fa tu, Agostineddu mio; tutto quello che tu fai è ben fatto.

Egli si volse per guardare Annarosa che s’affaccendava in cucina. Parve volesse chiamarla, poi scosse più volte la testa, facendo a sè stesso dei cenni di sì e di no; infine sedette battendo piano la mano sulla mano della nonna, e come continuasse un discorso appena interrotto disse con voce quieta:

— Purchè a zio Predu non saltino strambe idee in mente. È forte ancora, l’uomo: e non si sa mai quello che un uomo pensa dopo la morte della moglie. Può darsi che voglia restare vedovo, ma può anche darsi di no. Io, ve lo dico francamente, ho fatto già bene i calcoli: il patrimonio è grosso, ma le rendite nei tempi che corriamo non sono mai adeguate al capitale. E Stefano, dalla sua professione, non guadagna niente: ragazzo buono è, Stefano, ma indolente. Se il padre non gli lascia intatto il patrimonio, lui poi per sè stesso non è un partito straordinario. E Annarosa nostra....

Tornò a guardarla, con lo stesso sguardo di tenera ammirazione che la nonna rivolgeva a lui: eccola laggiù, fra la luce del cortile e la penombra della cucina, che s’affaccenda a dar da bere al conta-