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La sua voce, per quanto egli si frenasse, tradiva la minaccia: e la matrigna intese che era un ordine quello che riceveva.

Entro la giornata tutto doveva essere aggiustato come un panno strappato che si lascia alla serva perchè lo ricucisca.

Lagrime di umiliazione le bruciarono gli occhi; ma strinse le palpebre per non lasciarle sgorgare, e non si volse, non abbandonò il suo posto.



Di ritorno dalla fontana, ancora con l’anfora colma sul capo, Mikedda cercò con gli occhi la padrona piccola; la vide che si aggirava pallida nella stanza da pranzo rimettendo in ordine qualche cosa, e le toccò cauta la veste come sempre quando aveva da comunicarle un segreto.

Annarosa la guardò con gli occhi tristi, diffidenti; esitò un momento, poi andò nel corridoio, dove l’altra tosto la raggiunse.

— Ascolti, signora Annarosa mia: ho parlato con zio Saba. L’ho raggiunto mentre andavo alla fontana e lui scendeva giù al suo oliveto. Mi ha detto una cosa.... una cosa.... in segreto. Ma io vo-