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tere. Piacevoli i suoi ricatti ai ricchi; ma fu generoso con i poveri. E forse, per queste sue azioni di pietà, si possono giustificare i suoi scritti sulla vita di Cristo, di altri santi; e sopra tutto una parafrasi sui Salmi. Certamente i suoi scritti sacri sono d’esaltazione artistica, invece che di fede; e perciò hanno il loro valore caratteristico. Il resto della vita di questo brigante della letteratura è pieno di avventure e di spirito. Ne fanno fede soltanto i titoli delle sue opere, – chiamiamole così, – temporali: Capitoli, Le lettere, Dialoghi, Ragionamenti; e ancora più quelli delle commedie: La cortigiana, Il marescalco, L’ipocrito, Il filosofo, La Talanta. V’è una tragedia bene composta L’Orazia; non si contano le poesie oscene. Morì in un banchetto scoppiato dal ridere – secondo cronaca, – nell’udire che una sua sorella s’era fatta cortigiana. Curioso destino: nato e morto per cortigiane. Sepolto, vi fu l’epigramma:

Qui giace l’Aretin, poeta tosco;
Di tutti disse mal fuor che di Cristo,
Scusandosi col dir: Non lo conosco.


Antioco aveva parlato con voce eguale, monotona, come recitando una lezione a memoria i suoi occhi fissavano sempre il campo del ten-