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visto il cielo coprirsi di cenere, e il sole spegnersi come una lampada fulminata: piovve fango, e Pierina s’inginocchiò di nuovo, davanti al marmo dell’acquaio, come davanti ad un altare troppo a lungo profanato. Singhiozzava forte.

— È il finimondo; il finimondo: — e pensava di confessare alla padrona che anche quella mattina aveva rubato diciotto soldi sulla spesa.

Ma anche l’umore della padrona s’era fatto scuro: ella aveva persino rifiutato, quella mattina, di ricevere il signor Francesco, per le solite comunicazioni. Seduta accanto alla finestra nel salottino di vimini, guardava il cedro e il pino investiti dalla nebbia, e le pareva di trovarsi in un paese nordico, mai prima veduto, dove si stava a disagio, come in terra d’esilio. Il disagio e lo spostamento erano invece dentro di lei, ed ella lo sapeva benissimo. Perché aveva rifiutato di ricevere il fedele signor Francesco? Certo, per timore che egli toccasse definitivamente la questione del subaffitto dei signori Giovi, e le chiedesse l’autorizzazione di provvedere all’allontanamento del loro inquilino.

Ed ella, ed anche di questo sapeva il perché, avrebbe voluto tergiversare, un po’ sempre per superstizione del gobbo, un po’ perché si sentiva legata a quell’ultimo filo del suo dramma. Antioco rappresentava ancora una parte, in questo dramma, ed era umano ch’ella desiderasse