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di trottare allegramente: le sembrava di essere alta fin sopra i tetti del paese, e respirava con avidità l’aria libera dello stradone.

Le parve d’intravedere Luca ed i suoi amici; ma non le importava nulla di Luca né di altri; aveva dimenticato anche il nonno, e provava solo la gioia di andare così, sola, alta e forte, quasi volando.

Anche il cavallo, sebbene anziano e prudente, come animato dalla giovinezza e dalla felicità di lei, nitriva e scuoteva la coda. Il paesaggio stesso, di solito triste, arcigno di pietre e di rovi, adesso sorrideva, dorato di stoppie, con le siepi di spini brillanti di fili di ragni, l’ombra dei radi alberi fatta grigia dalle pecore che vi meriggiavano: all’orizzonte, sopra le linee azzurre degli altipiani, vapori rosei disegnavano altri paesaggi.

Ed ecco d’un tratto il cavallo si ferma e volge la testa a sinistra per indicare a Francesca una nuova direzione da prendere.

— Ho capito: vuoi bere. Ho sete anch’io, sebbene non abbia ancora mangiato; — dice lei a voce alta, e rallenta la briglia, lasciandosi portare dal cavallo.