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— Dia le sue cianfrusaglie ai suoi amici.

Ecco però d’un tratto la sua stizza svanisce; la camera triste, la cucina, il cortile, s’illuminano come per una improvvisa fiammata; se l’infermo si fosse alzato, guarito per miracolo, non avrebbe destato altrettanta gioia. È Luca che rientra, un po’ affannato perchè sa di aver fatto tardi, e che il nonno deve essere a casa.

— Oh, babbo Melis!

— Oh, come va?

Il nonno si alza quasi con rispetto, e gli sembra di baciare ancora le guancie della sua fidanzata, — nel tempo dei tempi. — Solo che la pelle del viso di Luca è ancora più liscia e profumata di quella dell’antica fanciulla; e quando egli siede a tavola, i suoi capelli divisi in due ondate, una più grande dell’altra, hanno al riflesso del lume uno splendore di rame lucidato.

— Ebbene, — dice il vecchio, — raccontami.

Luca comincia a raccontare, divorando con la bocca e con gli occhi le cose buone che pare siano felici di lasciarsi divorare da lui; e intorno si spande