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per i prati, perché sapeva d’incontrarlo e così sfuggire alla vigilanza del nonno: era più furba e ardita di lui, Francesca bella, ed egli ne provò un senso d’orgoglio, come s’ella fosse un’eroina.
Ma quasi volesse ancora prendersi gioco di lui, arrivata a poca distanza, ella lo salutò con la mano e accennò a proseguire verso l’ovile. Al suo passaggio le pecore si sbandarono, ed ella passò in mezzo a loro, davvero come un’eroina attraverso un esercito in fuga: ma poi parve riflettere; scivolò di sella e condusse il cavallo ad abbeverarsi.
Luca seguiva i movimenti di lei, con occhi or corrucciati ora sfolgoranti di gioia.
— Sai che mi sono perduta, cercando il fiume? — ella disse, ridendo lei stessa della sua bugia: la sua voce però risonava un po’ rauca, come quel giorno quando ella parlava del suo amante lontano.
— Che caldo, — disse poi, buttando in aria il fazzoletto. — Mi pare di aver attraversato l’inferno viva.
Si piegò per lavarsi: le sue trecce umide di sudore parevano di giunchi neri, sopra la nuca dorata sulla quale