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però le guardava, come attirato dal rosso dei loro corsetti fiammeggiante tra il verde del prato e degli alberi, e pensava che l’amica di Francesca aveva un fratello militare, venuto ultimamente in licenza, un piccolo proprietario, padrone anche di un negozio di stoffe. Fosse questo il pretendente? Non era di buona famiglia, né molto ricco, ma bello e libertino, e le donne se lo contendevano come un marchese. La sorella gli rassomigliava, alta, olivigna, con la grande bocca ardente: per questo forse Francesca le mostrava tanta preferenza e le si gettava addosso con passione; e per questo il nonno era scontento.

Anche lui, Luca, era scontento: la vista delle due ragazze, la loro gioia, la loro intimità, lo stesso colore delle loro vesti, tutto gli dava gelosia e noia: sopratutto lo irritava la bella fanciulla mora che pareva venuta d’Oriente e delle donne orientali aveva la mitezza e l’ardore.

Neppure presso il vecchio ella trovò grazia, quando gli si avvicinò con la dolcezza timida del muflone, e come ad insaputa di Francesca gli disse:

— Zio Ulpiano bello, siete arrabbiato