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Che cosa doveva rispondere? Troppo, da qualche tempo in qua, aveva coscienza della stranezza della sua situazione: e se non cercava di mutare la sua sorte, era per tristezza, quasi per un senso di espiazione, o meglio di disperazione. Gli sembrava di essere arrivato ad un bivio, con la forca di due strade davanti, egualmente per lui oscure e pericolose. Si piegò alquanto, chinò la testa e chiuse gli occhi come per guardare meglio dentro sé stesso. Nulla aveva da rimproverarsi a riguardo del vecchio e della sua famiglia: e se ne sarebbe andato immediatamente se la reticenza di zio Ulpiano a formulare l’accusa non l’avesse trattenuto; ed anche il pensiero che, con l’andarsene, avrebbe dato ragione ai sospetti gravanti su di lui.

Si sollevò di nuovo, calmo e duro.

— Voglio sapere assolutamente di che si tratta. Se ho fatto qualche volta del male l’ho fatto a me stesso: non sono però un malfattore né un ladro. Che cosa vi ho rubato, io? Ditemelo una buona volta: non mi fate andare il sangue alla testa, perché allora sono capace di tutto.

— Fa pure, fa pure: lo sappiamo, che