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— No, bello mio. Sabato, quando sei stato in paese, io non ero presso di te.

— Ah, sarebbe in paese, che avrei fatto qualche cosa? Ah, ah, adesso comincio a indovinare. Ebbene, sono stato in casa vostra a portare il latte e il cacio, e mi sono cambiato le vesti: ho messo quelle pulite e lasciato giù quelle sporche.

— Quelle sporche, sì, — gridò il vecchio, irritato dall’accento ironico di Luca.

— Le sporche, sì! Se altro è accaduto, non è cosa che mi riguarda. In casa vostra non sono solo io ad entrare.

Zio Ulpiano abbassò rapidamente gli occhi, per sollevarli più sdegnato ancora.

— Che intendi dire con questo?

— Nulla di più di quello che ho detto.

— Nessuno è entrato in casa mia sabato sera, all’infuori di te.

— Infine, — gridò Luca, che aveva incrociato le braccia sul petto, e stava fermo davanti al vecchio, come esponendosi tutto ai colpi di lui; — qualche cosa vi è mancata di casa, e volete dire che sono stato io. Questo volete dire, zio Ulpiano?

Zio Ulpiano tace: chi tace acconsente.