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Lavorava, mangiava e dormiva come prima; ma nelle ore di riposo se ne stava immobile a fissare il vuoto davanti a sé; e quando lo si chiamava si scuoteva come svegliandosi da un grave sopore. Forse era la primavera, forse la crescenza: certo, egli non era più quello di prima, neppure nel dire bugie.

Zio Ulpiano provava dispiacere a vederlo così: gli sembrava che in fondo alla sua anima Luca nascondesse un mistero, o che meditasse qualche cosa di straordinario e stravagante. O si trattava di una passione segreta? E per chi? Per una delle sue nipoti, forse? Non gli sarebbe dispiaciuto che Luca e Francesca si amassero; ma troppo in tutti i modi si manifestava l’astio della fanciulla, e troppo il giovine la ripagava con la stessa moneta.

— Tu credi ai sogni? Alla tua età io non sognavo neppure, tanto il sonno era profondo. Va’! Se hai bisogno di veder tua madre puoi andare a trovarla. Credere ai sogni è peccato mortale.

— Eppure mia madre deve avere qualche dispiacere, — insistè Luca, con una voce bassa e profonda che impressionava il vecchio per il suo stesso to-