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— Tortorella?... Basilio, dà da mangiare agli animali.

— Zio Melchiorre ha già mangiato! — disse Basilio ridendo.

Intanto sbatteva lievemente per terra l’anguria finchè questa non s’aprì in due stelle carnose d’un rosa pallido, sparse di sementi bianche.

— Acerba? — domandò zio Pietro.

— Pur troppo! — grugnì Melchiorre, comicamente desolato. Tuttavia prese una fetta, e vi tuffò ferocemente la bocca, imprecando fra sè perchè nessuna cosa gli andava a seconda.

Dopo il pasto, tutti uscirono fuori. Basilio riprese a fischiare e a belare, e Melchiorre portò al cavallo gli avanzi dell’anguria.

Da lontano arrivava il tintinnar delle capre; ma voci e suoni sfumavano nel gran silenzio, nell’immensa serenità del paesaggio: e fra gli alberi e le rupi enormi, le figure dei pastori apparivano piccolissime, nere sui limpidi sfondi.