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Eppure ecco che un desiderio grottesco mi vince: balzo indietro dentro casa e chiudo la porta. — Se io non apro – penso — il nano è ben costretto a riprendersi la bambina: e se la lascia lì io posso con testimonianze accusarlo del suo abbandono: quindi se la riprenderà.

Ma fu un momento: riaprii subito: però non feci entrare l’uomo.

Mentre riaccostavo dal di fuori la porta gli accennai di tacere, di seguirmi; egli stava incerto; io lo presi per un lembo del mantello e lo trassi con me fino alla porta del mio creditore.

Il vecchio marinaio non faceva più la guardia sotto il fanale; all’avvicinarsi dell’uomo s’era ritirato, forse per avvertire in casa che la creatura arrivava.

Infatti la porticina del corridoio era aperta, con un barlume di luce in fondo: io picchiai, senza abbandonare il mantello dell’uomo, che sembrava un po’ impaurito ma non cercava di allontanarsi; e subito riapparve il vecchio: ci venne incontro, disse qualche cosa.

Qualche cosa che doveva essere molto rassicurante perché il nano non esitò ad aprire il suo mantello e a dare al vecchio un involto bianco...