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Ecco, nei momenti in cui la zia mi sembrava assopita, mi scuotevo da quel cumulo d’ombra che mi stringeva, uscivo in punta di piedi fuor della porta e guardavo in fondo alla strada.

La strada era già deserta, con le case nere, con su una striscia di cielo ancora verdastro; solo il crocevia era illuminato da un fanale giallo che sotto di sé faceva ombra come un albero. E in quest’ombra vedo un uomo che sembra anche lui spiare e aspettare qualche cosa.

È il vecchio Tobia: ed io mi ritraggo, poi balzo fuori in mezzo alla strada con un senso di rabbia come quello che mi prese nel trovare il varco nella siepe del mio terreno. È lo stesso istinto di proprietà, la stessa ira di vedermi menomato in un mio sacrosanto diritto.

E corro verso il vecchio, ma la mia collera si placa a misura che cammino, come quella delle onde contro la spiaggia.

— Infine, — pensavo, — la creatura sarà consegnata solo a me, e se io non voglio, nessuno me la prende.

Il guaio era che il vecchio esercitava su di me una specie di fascino: appena mi trovavo accanto a lui mi sentivo più calmo, come protetto dalla sua bontà, dalla sua rettitudine. Ricordo che quella notte, mentre mi avvicinavo a lui,