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al suo luogo d’origine dopo il suo triste viaggio per cielo e per terra.

Il mare è più grande del solito, oggi, coi suoi cavalloni verdi lanciati di furia contro la spiaggia; finalmente la figura del vecchio marinaio che guarda dalla riva come un padrone guarda il suo podere, è piccola in quello sfondo tumultuoso, sotto il cielo ancora nero in alto, ma già chiaro all’orizzonte, dove il sole lotta con un drago di nuvole nere dalle cento lingue di fuoco.

Io scendo lungo l’arenile, affondando i piedi nella sabbia bagnata; e mi pare di avere un peso addosso che non mi permette di camminare svelto: la lettera.

Allora mi viene l’idea di darla al vecchio: gliela consegno, poi mi allontano lasciandolo un po’ sorpreso a guardare la busta.

E vado, vado, osservando i giuochi dell’acqua sulla rena; in alcuni punti l’onda si slancia lontana e subito ritorna verso il mare descrivendo dei cerchi perfetti, tremuli di uno scintillìo argenteo: sembrano grandi pesci che si ritorcono su sé stessi, con le scaglie brillanti al sole.

Ed è strano il divertirsi delle onde a riva, mentre pare che il mare le mandi gonfie e feroci per divorarsi la terra.

— Così — pensavo — finiscono le nostre passioni! — Ecco