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lascia vedere un giardinetto verde pieno di fiori gialli e rossi.

Tobia era lì; in maniche di camicia, abbandonato su una sedia con la spalliera inclinata verso il muro; e dormiva, stanco.

Chiunque avrebbe potuto saccheggiargli il negozio: egli dormiva, stanco di aver venduto a caro prezzo la sua roba diletta.

Ma appena io misi piede nel negozio si svegliò di soprassalto e mi venne incontro quasi spaventato. Dapprima parve non ricordarsi, poi si mise al banco come per vendere, e io davanti come per comprare: e mi interrogò coi piccoli occhi porcini, di solito sfuggenti allo sguardo che li cercava. Io avevo preparato una specie di breve memoriale dove raccontavo quello che avevo imparato nell’Istituto, e come non volendo più vivere alle spalle della zia desideravo ardentemente di lavorare e di guadagnare.

L’ebreo lesse attentamente, anzi con una certa curiosità; poi mi restituì il foglio. E così fece in seguito per tutti i foglietti sui quali io gli scrivevo qualche cosa.

Al contrario del padre di Fiora, non amava far raccolta di documenti e scritture a meno che non fossero di un valore serio e indiscutibile!