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22 il fanciullo nascosto


va a bassa voce contro zio Paulu; e l'idea che i Bellu, saputo dell'intrigo, avessero fatto a tempo a nascondere davvero il ragazzo, per burlarsi più che per vendicarsi degli avversarî, gli dava un tremito d'umiliazione rabbiosa.

— Alzati, — ordinò alla donna, toccandole i piedi col piede, — non fare pazzie. Il ragazzo, certo, non è poi morto e lo si troverà. Bisogna piuttosto nascondere te, adesso. Alzati, perdio!

Telène si alzò a sedere, ma rimase accoccolata sul pavimento, con le spalle gonfiate da un continuo singultare infantile.

Il nonno intanto aveva cambiato posto al lume, deponendolo sopra il coperchio d'un orcio; e accanto il tino alto con le ombre delle stanghe del pigiatoio sembrava un molino a vento. D' un tratto egli battè tre volte col bastone, sul tino; e dentro i colpi echeggiarono come in una casa vuota. Allora quei due, la donna e il nipote, credettero di sognare. Il visetto diabolico di Bainzeddu si affacciava nel vuoto fra l'orlo del tino e l'arco del pigiatoio: e rideva, nell'ombra, come la luna nella notte. La madre lo guardava di giù, a